Due “campagne” social di successo a budget zero
Due “campagne” social di successo a budget zero:
Non so quanti di voi conoscano le avventure del T-Rex su Instagram. Io ho iniziato a seguirlo durante le olimpiadi, e mi ha colpito molto, non pensavo nemmeno fosse italiana quell’idea. Ho letto la sua intervista su InstagramersItalia che riporto in parte:
In sintesi: un’idea originale, comprensione dell’audience, niente da perdere o paranoie da insuccesso, perseveranza, coerenza, creatività continuativa, capacità di comprendere le tattiche dello strumento, molta partecipazione alla comunità. La ricetta per raggiungere 7.000 follower su Instagram vale, come paradigma, per tutti.
Si parla tanto di utenti che dovrebbero collaborare con le aziende per creare prodotti e servizi migliori, invece gli utenti sembra che vogliano collaborare — strano — per non farsi infinocchiare dal marketing delle aziende. Qualche mese fa mi hanno parlato di “Io leggo l’etichetta“, un sito che è anche un forum, che è anche un account Twitter, che è anche su Facebook, in cui semplicemente le persone segnalano che un certo yogurt (o pasta o sugo o dentifricio o qualsiasi cosa) è prodotto sempre dalla stessa fabbrica, e in molti casi è proprio lo stesso prodotto solamente con un packaging diverso, ma che al discount stranamente costa il 50% in meno. A me sembra un meraviglioso caso di crowdsourcing informativo, di termiti e di intelligenza collettiv(izzat)a. Per avere 40.000 veri fan su Facebook (e 5.000 su Twitter, più quelli del forum e la newsletter) senza spendere una lira in advertising o in finti account, un sito devi davvero aver fatto qualcosa di tipo 27 – Esiste solo una missione sostenibile: migliorare la vita delle persone della comunità di cui fate parte. Le persone che si scambiano informazioni in massa possono davvero far paura alle aziende e in generale cambiare le cose. Se solo collaborassero anche per temi diversi dal puro risparmio monetario, sarebbe un mondo ancora migliore.Cose simili:
Il dinosauro su Instagram
Non so quanti di voi conoscano le avventure del T-Rex su Instagram. Io ho iniziato a seguirlo durante le olimpiadi, e mi ha colpito molto, non pensavo nemmeno fosse italiana quell’idea. Ho letto la sua intervista su InstagramersItalia che riporto in parte:
Alessandro Costa, meglio conosciuto su Instagram come @osnuflaz il cantore delle T-Rex Adventures? Da non perdere!Ho deciso perfino di fare una foto-tributo sul mio profilo di Instagram, con il mio T-Rex che custodisco ancora in casa e seguendo rigorosamente le sue regole 1) vero dinosauro 2) no photoshop o ritocco.
Cominciamo con le presentazioni. Nome, cognome, nick e professione.
Alessandro Costa, fresco cinquantenne torinese trapiantato in Emilia che per lavoro si occupa di commercio con l’estero… nick: @osnuflaz. Ma è del tutto inutile parlare di me, umile reporter delle avventure di un volitivo dinosauro 2.0 che gli amici chiamano semplicemente “T”.
Da quanto sei su Instagram? Che ne pensi? Come ti trovi? Perché lo usi?
Il primo post è del 30 gennaio 2011… e immediatamente” T-Rex Adventures” ha iniziato il suo percorso su Instagram. Un inizio un po’ in sordina bisogna dire… @osnuflaz non conosceva le dinamiche di IG, ma piano piano, post dopo post, i “T-Friends” han cominciato ad aumentare e ad apprezzare il dinosauro!
I “LOL” hanno iniziato a fioccare in quantità, assieme ai commenti alle immagini delle molteplici situazioni in cui T-Rex e svariati compagni d’avventura vanno regolarmente a cacciarsi. E @osnuflaz sempre impegnato a rispondere a tutti mentre T-Rex generalmente se la spassa, infastidendo i passanti o dedicandosi alla sua attività preferita… mangiare!
Ma è certo che l’affetto dei T-Friends… nei tanti momenti belli e anche in alcune occasioni tristi – penso in special modo al recente terremoto che ha colpito una parte dell’Emilia – è la molla principale che anima le “T-Rex Adventures” e che rende eccezionale ed unica l’esperienza di Instagram.
In sintesi: un’idea originale, comprensione dell’audience, niente da perdere o paranoie da insuccesso, perseveranza, coerenza, creatività continuativa, capacità di comprendere le tattiche dello strumento, molta partecipazione alla comunità. La ricetta per raggiungere 7.000 follower su Instagram vale, come paradigma, per tutti.
Il tempo della social collaboration (contro le aziende, però)
Si parla tanto di utenti che dovrebbero collaborare con le aziende per creare prodotti e servizi migliori, invece gli utenti sembra che vogliano collaborare — strano — per non farsi infinocchiare dal marketing delle aziende. Qualche mese fa mi hanno parlato di “Io leggo l’etichetta“, un sito che è anche un forum, che è anche un account Twitter, che è anche su Facebook, in cui semplicemente le persone segnalano che un certo yogurt (o pasta o sugo o dentifricio o qualsiasi cosa) è prodotto sempre dalla stessa fabbrica, e in molti casi è proprio lo stesso prodotto solamente con un packaging diverso, ma che al discount stranamente costa il 50% in meno. A me sembra un meraviglioso caso di crowdsourcing informativo, di termiti e di intelligenza collettiv(izzat)a. Per avere 40.000 veri fan su Facebook (e 5.000 su Twitter, più quelli del forum e la newsletter) senza spendere una lira in advertising o in finti account, un sito devi davvero aver fatto qualcosa di tipo 27 – Esiste solo una missione sostenibile: migliorare la vita delle persone della comunità di cui fate parte. Le persone che si scambiano informazioni in massa possono davvero far paura alle aziende e in generale cambiare le cose. Se solo collaborassero anche per temi diversi dal puro risparmio monetario, sarebbe un mondo ancora migliore.Cose simili:
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