Focus on an empty page
Focus on an empty page:
La prima volta che ho ascoltato l'album di debutto dei TOY non ho potuto fare a meno di trovarlo antipatico. Credo fosse per quel suo presentarsi come una collezione di dischi e riferimenti musicali talmente esibiti da andare oltre il consueto "prendere a prestito" ispirazioni. Già alla terza canzone avevo la certezza che fosse davvero un lavoro messo assieme non per piacere a un ipotetico pubblico (qualunque significato abbia ancora questa parola), ma per permettere a chi ne avrebbe dovuto scrivere di ritrovarsi sulla pagina una recensione automatica che comprendesse in ordine sparso: psichedelia, Sonic Youth, My Bloody Valentine, kraut-rock, Syd Barret... Un pastiche ruffiano, insomma, e ruffiano in primo luogo proprio verso il suo essere pastiche.
Oh, quanto gratuito cinismo, quanta disinvoltura.
Poi l'estate è passata e qualche giorno fa, in bicicletta, mentre l'aria si faceva scura già presto, mi è partita in cuffia Heart Skips A Beat. Il fasto di quell'attacco di archi aveva un'eleganza decadente che non avevo notato prima. Il colore del pomeriggio annunciava pioggia. La voce nasale di Tom Dougall, con quella freddezza di fondo anche nel dramma, ora mi sembrava riuscire a raccontare tutta la marcia malinconia di una fine. Trovavo, proprio lì dove non l'avevo cercata, una sensualità grandiosa alla Suede che mi spiazzava. Era l'autunno che mi arrivava addosso, soffiava un vento sottile alla Cure che mi faceva sentire inadeguato. E alla fine è cominciata davvero la pioggia.
Così ora sto riascoltando questo disco, e alla fine mi piace, e non mi importa più se è una roba da giornalisti o da blogger, o se è furbo. Se mi ritrovo addosso una musica in questa giornata qualcosa vorrà dire, e non soltanto a proposito di me. Ripenso alla bella intervista a Carlo Bordone su Bastonate: è vero, siamo circondati da "impiegatucci dell'indie rock", e posso anche essere d'accordo che "la pigrizia nell’utilizzo delle categorie da parte degli addetti ai lavori è direttamente proporzionale alla pigrizia della musica nell’evolversi", ma dall'altra parte riconosce che con il "simonreynoldsismo" e il "lesterbanghismo" non si va molto lontano, cioè esattamente dove siamo adesso. Mi stavo perdendo il puro e semplice piacere di questi 4 minuti e 23 secondi per cosa? Per cedere all'orgoglio di non ritrovarmi a pensarla come NME? Ma pensa piuttosto a riempire bene la tua pagina, la musica suona meglio di così.
(mp3) Toy - My Heart Skips A Beat
(mp3) Toy - Motoring (Peaking Lights remix)
(mp3) Toy - Dead And Gone (Andrew Weatherall remix)
La prima volta che ho ascoltato l'album di debutto dei TOY non ho potuto fare a meno di trovarlo antipatico. Credo fosse per quel suo presentarsi come una collezione di dischi e riferimenti musicali talmente esibiti da andare oltre il consueto "prendere a prestito" ispirazioni. Già alla terza canzone avevo la certezza che fosse davvero un lavoro messo assieme non per piacere a un ipotetico pubblico (qualunque significato abbia ancora questa parola), ma per permettere a chi ne avrebbe dovuto scrivere di ritrovarsi sulla pagina una recensione automatica che comprendesse in ordine sparso: psichedelia, Sonic Youth, My Bloody Valentine, kraut-rock, Syd Barret... Un pastiche ruffiano, insomma, e ruffiano in primo luogo proprio verso il suo essere pastiche.
Oh, quanto gratuito cinismo, quanta disinvoltura.
Poi l'estate è passata e qualche giorno fa, in bicicletta, mentre l'aria si faceva scura già presto, mi è partita in cuffia Heart Skips A Beat. Il fasto di quell'attacco di archi aveva un'eleganza decadente che non avevo notato prima. Il colore del pomeriggio annunciava pioggia. La voce nasale di Tom Dougall, con quella freddezza di fondo anche nel dramma, ora mi sembrava riuscire a raccontare tutta la marcia malinconia di una fine. Trovavo, proprio lì dove non l'avevo cercata, una sensualità grandiosa alla Suede che mi spiazzava. Era l'autunno che mi arrivava addosso, soffiava un vento sottile alla Cure che mi faceva sentire inadeguato. E alla fine è cominciata davvero la pioggia.
Così ora sto riascoltando questo disco, e alla fine mi piace, e non mi importa più se è una roba da giornalisti o da blogger, o se è furbo. Se mi ritrovo addosso una musica in questa giornata qualcosa vorrà dire, e non soltanto a proposito di me. Ripenso alla bella intervista a Carlo Bordone su Bastonate: è vero, siamo circondati da "impiegatucci dell'indie rock", e posso anche essere d'accordo che "la pigrizia nell’utilizzo delle categorie da parte degli addetti ai lavori è direttamente proporzionale alla pigrizia della musica nell’evolversi", ma dall'altra parte riconosce che con il "simonreynoldsismo" e il "lesterbanghismo" non si va molto lontano, cioè esattamente dove siamo adesso. Mi stavo perdendo il puro e semplice piacere di questi 4 minuti e 23 secondi per cosa? Per cedere all'orgoglio di non ritrovarmi a pensarla come NME? Ma pensa piuttosto a riempire bene la tua pagina, la musica suona meglio di così.
(mp3) Toy - My Heart Skips A Beat
(mp3) Toy - Motoring (Peaking Lights remix)
(mp3) Toy - Dead And Gone (Andrew Weatherall remix)
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